La mostra riunisce alcune serie di lavori realizzati da Gino Gini tra gli anni Novanta e i nostri giorni. L’esposizione si divide in due momenti: da una parte gli ultimi lavori dell’artista, con le recenti serie dei Calendari, delle Home page e degli Alfabeti, dall’altra il precedente ciclo degli Atlanti del cielo.
Gini ha frequentato e apprezzato alcuni dei movimenti d’avanguardia più interessanti della seconda metà del Novecento: Poesia visiva (della quale è uno dei principali innovatori), Mail art (di cui è stato grande protagonista), Situazionismo, Narrative Art. Di ciascuno egli ha studiato le caratteristiche e i linguaggi e tratto preziosi spunti di riflessione. Di alcuni di essi egli è stato anche esponente, sebbene sempre conservando una certa autonomia di pensiero. A segnare la sua distanza dalla maggior parte di questi movimenti c’è soprattutto una questione, più volte sottolineata dai critici e dall’artista stesso: Gino Gini è innanzi tutto pittore. La sua ricerca è dunque figlia di una contaminazione complessa e fertile, che traduce l’immaterialità del concettuale nella fisicità del colore e del segno.
Nelle opere in mostra emergono alcune delle tematiche caratterizzanti la ricerca dell’artista: l’uso della scrittura, l’impiego di segni propri della comunicazione visiva, il rapporto tra parola e immagine, la trasformazione di oggetti poveri, banali, tratti dalla quotidianità, la riflessione sul Tempo e sullo Spazio. Ma il confine del concettuale è ampiamente superato grazie a un sicuro, emozionale ed emozionante, approccio pittorico. Dalla contaminazione nascono esiti inaspettati: composizioni che seguono le regole dell’arte visiva, ben più di quelle della poesia e che, al contempo, della pittura cercano il dato poetico.
L’artista
Nato nel 1939, Gino Gini espone le sue opere dal 1968. Ha completato i suoi studi artistici presso l’Accademia di Brera a Milano. Da sempre attento ai valori sociali, nei primi anni Settanta, aderisce ai Collettivi Lavoro Uno e Lavoro A, impegnandosi in interventi sull'ambiente e nel sociale e spingendo il gruppo verso operazioni concettuali socio-estetiche. Questa esperienza e la sua natura di stimolatore culturale lo porteranno nel 1976 ad agire nella Mail Art, di cui diventerà protagonista con il progetto L'immagine mitica. Questa operazione vede la partecipazione di 400 artisti internazionali e 2.000 opere su cartoline che saranno oggetto di numerose mostre. Nel 2003 tutte queste opere, documenti, buste d'artista e altro materiale creativo relativo alla Mail Art sono stati trasferiti alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Gallarate.