Le non parole di Irma Blank
La galleria P420 di Bologna, già sede di interessantissime mostre dedicate ad artisti italiani degli anni Settanta, ospita una splendida antologica di Irma Blank. Senza parole, questo è il titolo dell'esposizione, racconta il lavoro dell'artista, dagli anni Sessanta ai nostri giorni. Una ricerca profonda, introspettiva, personale, sul filo del concettuale. Tema conduttore la scrittura. Una scrittura che, come afferma anche l'artista, riguarda l'essere e non il sapere.
Una mostra piccola ma preziosa, per rimeditare sull'opera di una grande artista tutta da riscoprire.
P420, piazza Martiri 5 / 2
Bologna
fino al 30 marzo 2013
per info www.P420.it

“Verso la fine degli anni ‘60, dopo un lungo travaglio esistenziale e creativo, in un clima di sperimentazione linguistica, per sfuggire alla labilità e all’ambiguità della parola, ritorno al segno in sé, all’Urzeichen, al segno primordiale, indifferenziato, che precede la parola. È un ricominciamento, un portare lo sguardo verso l’inizio. All’Ursprung. Un gesto scritturale puro. Energia comunicativa primeva che si disciplina e si concretizza in segno che nel suo svolgersi rituale è scrittura, è scrizione (Barthes), spoglia la scrittura del senso per caricarla di altre valenze. Salvo la scrittura dall’asservimento al senso: scrittura purificata dal senso. Ritorno al punto zero, lo zero semantico, il vuoto semantico: il silenzio come fonte germinativa.
Restituisco l’autonomia al segno, al corpo della scrittura, per dare voce al silenzio, al vuoto. Ai pensieri non pensati.
Scrittura non legata al sapere, ma all’essere. La scrittura è la casa dell’essere.

Libero la scrittura dal senso e metto in evidenza la struttura, l’ossatura, il segno nudo, il segno come tale che non rimanda ad altro che a se stesso. Rimanda al serbatoio energetico, alla spinta iniziale, la spinta sorgiva, al desiderio di rivelarsi, di uscire dal luogo della notte, segreto, chiuso. Traccia di pura energia. E’ la parte portante, la parte perenne, universale, non piu’ legata a nessuna lingua in particolare.
Scrittura non verbale, scrittura che rimane in silenzio, verità originaria. La scrittura diventa immagine, manifestazione dell’essere, dell’esser-ci, nell’assolutezza senza forma. Un testo aperto. Un testo per tutti. Per coloro che sanno leggere e per quelli che non sanno leggere. Faccio slittare il testo dalla
letteratura alle arti visive. Intanto anche nel mondo che ci circonda l’immagine tende a sostituire la parola. Invasivamente. La televisione e la pubblicità ne sono esempio.
Scrittura, luogo di perdizione e di ritrovamento.”

Irma Blank, Milano, 2001.