NICOLO TOMAINI
Lo scenario distopico che immaginavo potesse prendere forma in un futuro non troppo lontano pare, in questi giorni, aver spinto sul pedale dell’acceleratore: un contesto in cui gli uomini, separati dalla natura, vivono ridotti a protesi passive delle macchine. "Verranno giorni senza nome" è stato il titolo che scelsi per la mia personale nel Novembre 2018 presso la "Galleria Melesi" di Lecco; sembra di viverli oggi quei giorni: costretti nelle nostre case a respirare l’immobilità del tempo. Credo che questa coercizione all’isolamento non abbia fatto altro che smascherare (e non esaltare come ritiene qualcuno) i limiti della tecnologia, che mai potrà sostituirsi al calore di un abbraccio. La mia non è una condanna al mezzo, bensì una riflessione sull’utilizzo dello stesso e su cui porre particolare attenzione, "se infatti il dispositivo artificiale può essere utile nella gestione dell’urgenza contingente, non possiamo perdere di vista ciò che dobbiamo difendere e da cui potremmo ripartire: la nostra natura organica [] ".
"Silicio" e’ l’ultima serie di lavori che sto portando avanti e a cui mi sto dedicando alacremente in queste giornate sospese; riflettendo, alla mia maniera, sul problema che avremo in futuro a proposito dell’intelligenza artificiale. Minaccia che considero alla pari di quella posta in essere dal cambiamento climatico.
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