CLARISSA ZAMBONI
Stop.
Silenzio.
Stacchiamo.
Lasciamo parlare il Tempo.
Ascoltiamo lo scroscio del suo inondare il Presente, prima singola goccia imprendibile, oggi fiume in piena.
Restiamo.
Troviamo il momento privo del reato di colpa.
Stringiamolo negli occhi straripanti quel fiume mentre ci concediamo di studiare nel vento la gittata di uno stelo verso il suolo.
Aspettiamo.
Le grandi risposte arrivano quando il tumulto del fiume incontra il mare. Pensiamo.
Che la normalità è un valore statistico per cui una goccia avrebbe fatto comunque l’oceano, ma tutti insieme a correrci dentro valiamo di più. Nuotiamo.
Che io non ho mai imparato granché bene, ma con la testa a filo dell’acqua oggi ci siamo tutti.
Anzi, forse un po’ più giù.
Guardiamoci.
Che il paraverbale ora ci costringe a riconoscerci un po’ più su.
Evaporiamo.
Raccogliamo la forza di quella stretta alle palpebre per Toccarci, da qualche parte.
E torniamo a Pioggia dentro di noi.
Risiediamo.
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Il potere di ogni Morte è di tentare la Vita.
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