Arte in corso
UNA NUOVA TAPPA PER ANIMALI E GLASS IN HEART
24/03/2013
heart esporta le sue prime due mostre del 2013 - Animali e Glass in heart, il Bestiario - in una nuova sede. Le due esposizioni, infatti, saranno ospiti dal 24 marzo al 6 maggio degli splendidi spazi degli Antichi Magazzini del riso La Pila a Sartirana Lomellina (Pv). In collaborazione con le associazioni La Pila e Assartema (che hanno curato l'organizzazione di questa nuova tappa) heart ripropone queste due splendide mostre già protagoniste dei primi mesi del 2013 della programmazione dello Spazio heart e del MUST, Museo del Territorio di Vimercate.

Glass in heart - il Bestiario, curata da Ivano Balestrieri - prevede una sezione dedicata al grande Archimede Seguso, inarrivabile maestro dell’arte del vetro. La nostra mostra è un vero e proprio omaggio a un artista che ha saputo creare, anticipare, interpretare eventi del nostro secolo, tradurre le sue opere in pensieri, sentimenti ed emozioni. I vetri di Seguso, presenti in musei e in prestigiose collezioni in Italia e all'estero, sono un susseguirsi di forme, tipologie, tecniche. Animali antichi e attuali, dai vetri degli anni '30 a quelli creati nei giorni più recenti, raccontano la lunga e appassionante storia di Archimede Seguso, il talento, l'abilità, l'esperienza di un uomo che all'arte vetraria ha dedicato tutta la vita. Accanto ai capoalvori di Segusa una serie di opere straordinarie di artisti contemporanei, italiani e stranieri: una originale panoramica sulle possibilità espressive del vetro nella creazione artistica, con lavori che interpretano liberamente i linguaggi dei maestri, cercando nuove prospettive, pur nella fedeltà alle tecniche della tradizione.

Animali, curata da Simona Bartolena, presenta le opere di dodici artisti contemporanei. Artisti molto diversi tra loro: diversi sono gli stili, le tecniche, i linguaggi, ma soprattutto differente è il rapporto tra ciascuno di loro e il mondo animale. Si parte dagli inconfondibili animali del gruppo della Cracking Art, ospite d’onore
della nostra esposizione: sei artisti internazionali (Renzo Nucara, Carlo Rizzetti, Marzo Veronese, Alex Angi, Kicco, William Sweetlowe) che dal 1993 disseminano le loro coloratissime bestiole di plastica per il mondo (da Parigi a Milano, da Tel Aviv a Ostenda, da Venezia
a Praga, da Hanoi a Miami), in una concettuale ma immediata e giocosa (e proprio per questo efficacissima) riflessione sul confine tra natura e artificio, con un occhio attento al tema ambientalista.
Uno degli artisti del gruppo, Renzo Nucara, è presente in mostra anche con i suoi lavori  personali, che coniugano l'ironia e il tono poeticamente giocoso della Cracking a una ricerca
interessantissima sui materiali. I suoi Stratofilm, infatti, sono fotogrammi di metacrilato stratificato dove si coagulano elementi naturali, oggetti del quotidiano, materiali scartati,
reminescenze di tempi passati, germinati da un’esplosione primordiale che prima attira a sé e poi dissemina nuove cellule contaminate, future matrici di vita antropica.
In bilico tra sogno e visione, tra la concretezza della materia e la leggerezza della forma, sono invece le opere della giovanissima Alice Zanin, che in mostra presenta i suoi elegantissimi
animali in carta pesta, presenze ironiche, forti ed espressive, a dispetto delle cromie neutre e dei toni smorzati e silenziosi che li caratterizzano.
Riflettono sul limite tra realtà e finzione, tra la durezza inanimata del metallo e la vitalità del soggetto, anche gli straordinari animali di lamiera di Andrea Cereda; plasmate nel ferro,
coperte di ruggine, tenute insieme da vistosi punti di sutura, queste strane bestie sfoggiano un fascino inatteso, occupando lo spazio con un’eleganza e una grazia che certo contraddice
la materia che le compone. Il ferro è protagonista anche dell’opera di Anna Turina. Le sue creature visionarie, poetiche, fiabesche, rappresentano perfettamente l’indole di un’artista,
geniale e poliedrica, che sa parlare agli adulti con l’incanto di un bambino. Dialogano con i conigli umanoidi di Anna gli altrettanto inquietanti animali tracciati con vigore sulla superficie
dal giovanissimo Marco Pariani, classe 1986, artista emergente dalla personalità ben delineata, perfetto per rappresentare il volto più surreale del nostro bestiario. Evocative di mondi lontani e ritualità arcane, sono le maschere dalle suggestioni primitiviste di Federica
Ferzoco. La garza in cui sono plasmate, la materia d’elezione di questa giovane artista milanese, crea una sorta di cortocircuito con la brutalità di quei musi dai tratti umanoidi, spostando questi strani oggetti in una dimensione indefinita, atemporale e spazialmente indecifrabile,
emotivamente molto coinvolgente.
Strumento di definizione del sé, l’animale è di frequente usato dagli artisti come proprio alter-ego. È il caso, molto noto, delle creature che popolano l’universo di Gaetano Orazio: creature nelle quali l’artista si identifica, alle quali affida il proprio profondo sentire. La dolcezza
discreta e la determinazione di un pettirosso, il doppio respiro di una salamandra, l’orgogliosa diversità di una pecora nera non sono altro che il lirico riflesso della personalità di un pittore-poeta, instancabile narratore dell’animo umano. E cos’altro è, se non la rappresentazione
dell’animo umano, la straordinaria sequenza di animali disegnata sugli
inconfondibili fondi materici da Armando Fettolini? Tra ricerca spirituale e indagine sociale, le bestie, tanto quelle cacciatrici che quelle cacciate (per citare il titolo di una sua serie di opere)
si fanno portavoce di un’esigenza etica, che sconfina spesso nel tema sacro, in una religiosità sincera e sentita. Un’aura sacra, nella loro maestosa bellezza, avvolge anche gli splendidi lupi di Nicola Magrin, che nel ritrarli fa appello all’indelebile ricordo di un branco
incontrato nei gelidi paesaggi della British Columbia, in Canada. La consueta felicità di tocco, il senso compositivo sorvegliatissimo, e l’ormai nota abilità nell’ impiegare una tecnica
complessa come quella dell’acquerello, si mettono al servizio di opere dove a regnare è il silenzio e nelle quali l’animale vive, in una perfetta simbiosi, nel proprio habitat naturale.
L’animale come simbolo di equilibri (e squilibri) sociali rivive con tragica evidenza, nella
serie di opere che Fabio Presti dedica alle meduse. Sono come meduse le migliaia di clandestini che vagano intorno alle nostre coste in cerca di accoglienza: animali urticanti da tenere sotto controllo e, magari, da catturare per osservarli in un piccolo secchiello e poi sotterrarli sotto la sabbia. Un’indagine sociale che prosegue, ma sul filo di una sottile e dissacrante ironia, nelle foto di Sara Giannatempo. Abilissima nel concertare ambienti e situazioni,
Sara mette in posa le sue modelle in scenografie costruite fin nel dettaglio: piccoli mondi bloccati nell’istante dello scatto, racchiusi in immagini che mettono in scena l’universo
femminile e gli stereotipi che lo accompagnano. Ed ecco due luoghi comuni, due tristi banalità tanto diffuse nell’immaginario collettivo, sul rapporto tra donna e animale: da una parte la donna seduttrice, dall’altra il docile angelo del focolare; la bellezza tatuata e
aggressiva di una modella che gioca con un rettile e la dolce Biancaneve, principessa disneyana per eccellenza, che canticchia adorabili motivetti con i suoi piccoli animali del bosco (di
plastica). Un piccolo bestiario contemporaneo. Dieci interpretazioni diverse, dieci stili diversi, dieci attitudini diverse che confermano quanto complesso, multiforme, ricco di spunti, di moniti
e di insegnamenti sia il mondo animale.
Simona Bartolena