Arte in corso
COLORI: IL GIALLO
06/05/2012
_ GIALLO Il 27 luglio del 2012 avranno inizio a Londra le Olimpiadi. Un evento sportivo ma anche un’importante occasione per riflettere sul concetto di unità dei popoli, di abbraccio tra etnie e culture diverse. Un incontro simboleggiato dall’icona olimpica per eccellenza, i cinque cerchi. Sono proprio i loro colori ad aver suggerito l’idea per questa nostra nuova avventura. Colori è un progetto che coniuga un messaggio universale all’esperienza privata del singolo; un’indagine sulla percezione che ciascuno di noi ha dello spettro cromatico e sulla storia e i motivi dell’utilizzo di ciascun pigmento, ma anche un inno alla pacifica convivenza tra le diverse sfumature che compongono il nostro mondo. Il progetto prevede sei mostre monocromatiche (i colori dei cerchi con l’aggiunta del bianco), ciascuna caratterizzata dall’evidente prevalenza di un colore e dalle possibili variazioni sul tema da esso suggerite, e una mostra fotografica itinerante, anch’essa dedicata all’argomento. Accompagna il progetto anche una serie di conferenze, nelle quali il tema è indagato dal punto di vista storico, iconografico, simbolico, psicologico ed estetico, e una serie di eventi collaterali. Il giallo è un colore forte e pieno di energia, quanto complesso e contraddittorio. Come il sole, il giallo illumina e scalda, ma può anche abbagliare e bruciare; è vitale e gioioso ma sa anche farsi simbolo di terribili malattie: gialla nell’antichità era la bandiera che segnalava la peste e le grandi epidemie contagiose, gialla è una febbre spesso mortale. In mostra abbiamo voluto rappresentare i molti volti del giallo attraverso l’opera di artisti dalla cifra stilistica diversa, che ne hanno saputo interpretare a pieno l’ambigua identità. Il carattere di questo colore emerge con grande forza espressiva nell’opera di Edoardo Fraquelli, la cui tavolozza ospita una sorprendente quantità di sfumature di giallo, da quelle più quiete, vicine all’ocra, a quelle più squillanti e luminose, fino a toni acidi e vibranti, stesi in un groviglio vorticoso di pennellate materiche: impossibile ragionare sul giallo senza partire dal suo lavoro. Al tocco informale, istintivo di Fraquelli risponde, come in un suggestivo controcanto, il lucido rigore di Antonio Scaccabarozzi, che del giallo fa un uso ben differente eppure altrettanto affascinante. Il poetico silenzio dei lavori di Scaccabarozzi accompagna il giallo verso un minimalismo estremo, così logico eppure così straordinariamente umano, così solenne e rigoroso eppure così vitale e coinvolgente. Colore complesso ed emotivamente instabile, il giallo è frequentato con cautela anche dagli artisti di ambito astratto. Lo testimoniano i lavori del poliedrico Luigi Veronesi – celebre per i suoi dipinti, le sue grafiche e le sue scenografie, ma anche per le sue foto sperimentali e per la sua attività di regista, presente con un lavoro dalle piccole dimensioni ma dalla grande personalità –, del recentemente scomparso Gianfranco Pardi – che spesso ha fatto uso del giallo nei suoi lavori, come dimostra la sua elegante scultura, che dialoga con lo spazio con le sue geometrie dal respiro architettonico – e Tommaso Cascella – la cui opera gioca con il colore e con la linea in un raffinato rincorrersi di segni. Sul versante figurativo si collocano invece Paolo Vergani e Giovanni Cerri. Il primo, formatosi accanto a Gino Meloni, è in mostra con uno dei suoi paesaggi dalla natura evocata, mai descritta, plasmata nel colore; il secondo con una serie dei suoi suggestivi mondi sospesi tra realtà e immaginazione, onirici, quasi fiabeschi, molto poetici. E parlando di poesia il pensiero corre a un artista letterato, noto per i preziosi “librini” editi dalla sua casa editrice – il PulcinoElefante – e per le sue opere surreali, immaginifiche, sempre intelligenti: Alberto Casiraghi (o Casiraghy, come ama firmarsi in questi casi). Quello di Casiraghi per il giallo è un amore dichiarato e assoluto, come ben dimostrano gli ironici, lievi, magici lavori qui esposti. La storia del giallo si intreccia con quella del colore più prezioso, l’unico che gli alchimisti non sapevano riprodurre nei loro alambicchi e, forse anche per questo, quello che più cercavano nei loro esperimenti: l’oro. Per rappresentare il prezioso e lucente metallo abbiamo scelto due artisti tra loro molto diversi. Il partenopeo Giuseppe Maraniello, in mostra con un lavoro splendido, che ben testimonia la sua ricerca sospesa tra mito, memoria, racconto e astrazione, e Arturo Vermi, che dell’oro ha fatto un uso sapiente, esaltandone le potenzialità spaziali, luministiche e simboliche. _ MEZZAGO _ BIBLIOTECA CIVICA _ 6 / 27 MAGGIO 2012 _
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