Arte in corso
LA BELLEZZA RESTA.
08/10/2016
Ci siamo... ora si comincia davvero...
Sabato 8 ottobre, ore 18.30, al Binario 7 di Monza: inaugura ufficialmente il progetto cardine della nostra programmazione del 2016 e del 2017: La bellezza resta.

Raccontare, esplorare, osservare, ricordare, immaginare e... provocare bellezza.

Ciò che resta di lei, ciò che abbiamo dimenticato, cancellato, perduto e ciò che c'è, che ci appartiene come uomini, nella storia, nei mestieri, nei pensieri e nel cuore. Un percorso articolato con mostre, incontri, spettacoli, conferenze, film e rassegne. Personaggi di riferimento della cultura, del mondo dell'arte e professionisti di varie discipline. Un modo originale di rendere virale la bellezza nel nostro territorio, per riflettere sugli aspetti gioiosi e positivi della vita e contaminarci reciprocamente. L'inaugurazione de "La Bellezza Resta." coincide con l'apertura del nuovo progetto Teatro Binario 7, la casa d'arte che ospiterà la maggior parte degli eventi e che dimostrerà il senso profondo che sta alla base della nostra visione: un luogo che accoglie idee e diffonde emozioni.

Era un freddo giorno di gennaio del 2015, l’occasione di incontro era l’inaugurazione di una collettiva dedicata all’Olocausto; la scultrice Dolores Previtali, la cui ricerca si è sempre contraddistinta per i toni profondamente drammatici, a tratti strazianti, conversando nella cornice della mostra – composta da opere molto suggestive ma senza dubbio ad alto tasso di tragicità – ci suggerisce una riflessione inaspettata: perché raccontare sempre il dolore? Perché non provare, qualche volta, a guardare il lato positivo dell’esistenza, facendosi portavoce del bello, di una matissiana gioia di vivere? L’idea del progetto La bellezza resta. è nata in quel preciso momento. Da allora non abbiamo più saputo smettere di pensarci.

È fuor di discussione: l’arte ha spesso preferito la sofferenza al sorriso, il pessimismo all’ottimismo. Forse dovremmo ripensare alle parole che Pierre Auguste Renoir ha lasciato in eredità a un giovane Henri Matisse: "Ricordati sempre: la sofferenza passa, la bellezza resta.". A quei tempi Renoir risiede a Cagnes, nella splendida cornice della campagna nizzarda, costretto all’immobilità su una sedia a rotelle, per via di una forma gravissima di artrosi che lo sta progressivamente paralizzando. La condizione di estrema sofferenza fisica dell’artista rende ancor più eclatante la dimensione effimera e leggera della pittura di Renoir che, pur avendo da tempo abbandonato la via dell’impressionismo, continuerà fino all’ultimo dei suoi giorni a raccontare la gioia di vivere...

Il medesimo sentimento che darà poi il titolo a una delle opere giovanili più importanti di Matisse, che saprà far tesoro delle parole del maestro per elevarne il significato, donando a un concetto che rischia di essere superficiale una dimensione profonda e complessa, ricca di spunti di riflessione importanti sull’esistenza umana.
E proprio da Renoir e Matisse siamo partiti per questo nostro viaggio nel pensiero positivo, inteso non come attitudine al chiudere gli occhi davanti ai problemi, ma come capacità di superare il dolore, la rabbia e la paura riconducendole al loro valore di passaggio verso qualcosa di migliore.

La bellezza – e mi pare chiaro che non si sta parlando di bello esteriore – può cambiare il mondo: un concetto che, con epoche eccezioni, mette tutti d’accordo. Eppure l’arte ben raramente ha raccontato la felicità e quando lo ha fatto è spesso stata mal giudicata, guardata con sospetto, quasi che il tentativo di esprimere un sentimento positivo fosse inutile, complicato, imbarazzante, perfino risibile.


LE MOSTRE
Sezione Binario 7: inaugurazione sabato 8 ore 18.30
Sezione Spazio heart: inaugurazione venerdì 14 ore 21.00

La bellezza resta.
Una collettiva su due sedi a cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini

"Ricordati sempre: la sofferenza passa, la bellezza resta", queste le parole che Pierre-Auguste Renoir lascia in eredità a un giovane Henri Matisse, in cerca, come tanti della sua generazione, di conferme dal vecchio maestro impressionista. A quei tempi Renoir risiede a Cagnes, nella splendida cornice della campagna nizzarda, costretto all’immobilità su una sedia a rotelle, per via di una forma gravissima di artrosi che lo sta progressivamente paralizzando. La condizione di estrema sofferenza fisica dell’artista rende ancor più eclatante la dimensione effimera e leggera della pittura di Renoir che, pur avendo da tempo abbandonato la via dell’impressionismo, continuerà fino all’ultimo dei suoi giorni a raccontare la gioia di vivere... il medesimo sentimento che darà il titolo a una delle opere giovanili più importanti di Matisse, che saprà far tesoro delle parole del maestro per elevarne il significato, donando a un concetto che rischia di essere superficiale una dimensione profonda e complessa, ricca di spunti di riflessione importanti sull’esistenza umana. È proprio dalla pittura di colore, sentimento, armonia e luce di Henri Matisse che vogliamo partire per questa nostra ricerca, per questo nostro viaggio nel pensiero positivo, nella capacità di superare il dolore, la rabbia, la paura e ricondurle a un concetto capace di risolvere ogni dubbio e, soprattutto, di restare: la sofferenza passa. La bellezza – e mi pare chiaro che non stiamo parlando di bello esteriore –, invece, può davvero restare e cambiare il mondo.
Cinquantasei artisti – selezionati dal centinaio che ha risposto al nostro invito – hanno provato a dire la loro su un tema tanto complesso, quanto necessario. Sono artisti tra loro profondamente diversi, per formazione, età, linguaggio, carattere, personalità tutti si sono voluti mettere in gioco: qualcuno ha trovato senza difficoltà la risposta nella propria ricerca, qualcuno ha dovuto faticosamente spostare il proprio punto di vista, per cercare una visione positiva.
Ora questo cinquantasei progetto costituiscono il corpus di opere che andrà a comporre una collettiva su due sedi: lo Spazio heart di Vimercate e il Binario7 di Monza. Due sedi tra loro molto diverse, che offriranno differenti modalità di fruizione dei lavori esposti. Dalla sequenza di installazioni, dipinti, sculture, video, performance – opere eterogenee e dal carattere autonomo e indipendente – emergerà il senso di questo progetto: un inno alla vita e alle sue meravigliose manifestazioni naturali, umane, artificiali

Simona Bartolena e Armando Fettolini, curatori della sezione mostre del progetto La bellezza resta

Gli artisti del progetto
Enrico Bernasconi, Piera Biffi, Raffaele Bonuomo, Ermenegildo Brambilla, Claudia Canavesi, Federico Casati, Silvana Castellucchio, Elisa Cella, Andrea Cereda, Marina Chiò, Silvia Cibaldi, Valeria Codara, Vittorio Comi, Francesca Della Toffola, Matilde Domestico, Giorgio Donders, Manuel Felisi, Andrea Ferrari Bordogna, Federica Ferzoco, Grazia Gabbini, Giuliano Gaigher, Nadia Galbiati, Marianna Gasperini, Antonella Gerbi, Alberto Gianfreda (e gli allievi della classe di scultura dell’Accademia di Brera), Federica Gonnelli, Mimmo Jacopino, Kazumasa Mizokami, Alessio Larocchi, Carlo Mangolini, Adelio Maronati, Annalisa Mitrano, Ettore Moschetti, Renzo Nucara, Giacomo Nuzzo, Carlo Oberti, Lorenzo Pacini, Marco Pariani, Luciano Pea, Cristiano Petrucci e Alessandro Altarocca (Breaking Wood), Fabio Presti, Dolores Previtali, Nicolò Quirico, Camilla Rossi, Alex Sala, Silvia Serenari, Giovanni Sesia, Alessandro Spadari, Elisabetta Erica Tagliabue, Attilio Tono, Manuela Toselli, Anna Turina, Simona Uberto, Armanda Verdirame, Maria Chiara Zarabini, Betty Zola.

 

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