Arte in corso
heart partecipa a R-evolution
24/03/2013
heart partecipa con una collettiva con opere di Raffaele Bonuomo, Nicolò Quirico e Enrico Giudicianni e Piera Biffi a R-evolution, giornate della fotografia contemporanea, evento realizzato dal FIOF Fondo internazionale Orvieto Fotografia, punta a valorizzare e promuovere la fotografia d' autore. Sulla scia del grande interesse ricevuto nella precedente edizione con oltre 80 opere e circa 2000 fotografie in esposizione, anche quest'anno Barletta si trasformerà in un' autentica Open Gallery con numerose ed interessanti mostre, espressione di un continuo e pulsante interesse verso un' arte, quella fotografica, che in tutti questi anni, ha subito un processo evolutivo inarrestabile, che l' ha portata a conquistare quell'ambito spazio nel circolo delle cosidette "arti belle". Le mostre presenti a R-evolution sono il punto di incontro fra diverse realtà, accomunate da una grande passione: la fotografia. Un vero e proprio diluvio di immagini inonderà la città di Barletta, che offrirà la possibilità ai professionisti del settore, ma anche agli appassionati e agli studenti, di esprimere e valorizzare la propria arte, offrendogli inoltre l'opportunità di scambi culturali e confronti fra colleghi e anche appassionati.

Ci sono molti modi per raccontare un territorio attraverso lo scatto fotografico. Tema di questa esposizione è proprio la molteplicità degli sguardi con i quali si può osservare un’unica area geografica. Con tre linguaggi differenti, secondo attitudini espressive completamente diverse, Piera Biffi e Enrico Giudicianni, Nicolò Quirico e Raffaele Bonuomo descrivono attraverso l’obiettivo delle loro macchina fotografiche la zona nella quale vivono e lavorano.
I primi – firmando, come di consueto, le opere in coppia – si concentrano sulla struggente bellezza del corso dell’Adda nel tratto tra Brivio e Imbersago, con la sua vegetazione a tratti ancora incontaminata. Fonte di ispirazione è l’opera di Ennio Morlotti, artista che negli anni Cinquanta trovò nel corso dell’Adda suggestioni fondamentali per la propria ricerca. L’immagine fotografica si carica di una valenza fortemente pittorica, trasfigurando la realtà mediante cromatismi intensi, che paiono stesi a pennellate, proprio come nei dipinti del celebre artista.
Nicolò Quirico, invece – che ama mescolare parola e immagine, con progetti che stimolano l’intelletto e suggeriscono percorsi di conoscenza, muovendosi tra affinità elettive, citazioni colte e contaminazioni – è presente in mostra con un interessantissimo progetto dedicato alla cittadina di Bormio e al suo dialetto. La fotografia supera i propri confini, cercando nella parole scritta, nel racconto della tradizione locale, nel sapere popolare e nella pratica intellettuale nuove prospettive. In un continuo gioco di rimandi, il lavoro procede tra la parola, il suo significato e la sua possibile rappresentazione.
Infine Raffaele Bonuomo, come sempre a caccia di tracce, di quei segni che il tempo ha lasciato sulla roccia di uno dei luoghi da lui più amati e studiati: il Monte Barro. Pietre biomorfe, vegetali dalle forme in costante metamorfosi, sassi e rocce scavati dal tempo Una natura riconoscibile e profondamente connotata ma al contempo assoluta e sospesa. Fotografie che paiono incisioni, tradotte in un segno grafico a chiaroscuro che pare uscito dalla mina di una matita e dalla punta di un bulino, più che da un obiettivo fotografico.
Tre sguardi e tre linguaggi diversi, dunque, ma anche tre maniere poco consuete, e molto personali, di interpretare la fotografia e le sue possibilità espressive.