Arte in corso
ANIMALI
10/02/2013
Heart prosegue la collaborazione con il MUST, lo splendido Museo del Territorio di Vimercate. Dal 10 febbraio al 16 marzo le stanze del MUST si trasformeranno in un sorprendente e immaginifico zoo, con una collettiva di dieci artisti dedicata al tema del mondo animale e delle sue molteplici relazioni con l’essere umano. La mostra nasce in concomitanza con la manifestazione Glass in heart (importante kermesse dedicata al vetro d’artista organizzata, come di consuetudine, dall’associazione heart – PULSAZIONI CULTURALI e ospitata nella sua sede di Vimercate dal 9 al 24 febbraio) che quest’anno verterà proprio sul tema del bestiario. In un dialogo suggestivo con gli allestimenti permanenti, un vero e proprio bestiario contemporaneo occuperà gli spazi del museo, giocando con gli ambienti e le opere esposte. I dieci artisti selezionati, tra loro molto diversi per tecnica, linguaggio, età, formazione e attitudine, ben rappresentano i molti volti della relazione tra arte e mondo animale: un rapporto che affonda le radici nelle origini dell’umanità.

Gli artisti in mostra:
Cracking Art group _ Andrea Cereda _ Federica Ferzoco _ Armando Fettolini _ Sara Giannatempo _ Nicola Magrin _ Gaetano Orazio _ Marco Pariani _ Fabio Presti _ Anna Turina _

MUST _ Museo del Territorio
Via Vittorio Emanuele II _ 53
Vimercate _ Mb

Dal 10 febbraio al 16 marzo 2013

Una mostra a cura di Simona Bartolena
Inaugurazione:
domenica 10 febbraio, ore 17.30

Orari di apertura della mostra:
mercoledì e giovedì 10.00-13.00
venerdì, sabato e domenica 10.00-13.00 / 15.00-19.00
ingresso museo € 3,00 / ridotto € 2,00


Le proprie mani e gli animali che lo circondano: ecco i primi segni che l’uomo ha voluto lasciare sulla roccia delle caverne che lo hanno ospitato. Un connubio molto significativo, che dà inizio alla profonda relazione tra l’arte – o per meglio dire tra l’umana espressione del sé – e il mondo animale; un rapporto che si perde nella notte dei tempi, presente tanto nelle antiche leggende e nei miti classici che nei testi sacri, spesso protagonista del folklore popolare, della letteratura, della danza, della musica e, naturalmente, delle arti visive, che hanno osservato e ritratto gli animali (anche quelli mai realmente esistiti) in tutte le loro forme. Dai tori cretesi e assiri, ai bestiari medievali, dalle scimmie di Chardin ai pavoni liberty, dai cavalli di Gericault e Degas, ai bucrani di Picass: l’arte di tutti i tempi offre una lunga e meravigliosa panoramica sull’universo zoologico, in bilico tra simbolo, racconto, immaginazione, naturalismo e interesse scientifico. L’animale è preda, pericoloso avversario da cui difendersi, vittima sacrificale, strumento di lavoro, simbolo religioso, emblema di potere, inconsapevole protagonista di racconti moraleggianti, amorevole compagno di giochi, delizioso elemento compositivo e, soprattutto, è, orwellianamente specchio dell’uomo. È specchio dei suoi pregi, dei suoi difetti, delle sue ambizioni, delle sue paure e delle sue vanità. Uno specchio che sa essere ora benevolo, ora ironico, ora spietato, che sa mettere in evidenza, come una potente lente, la vera indole dell’essere umano.
Il ruolo dell’animale nell’opera d’arte continua a mantenere la propria importanza e complessità di riferimenti anche nell’arte contemporanea. Per questo una collettiva di artisti che lavorano sul tema si rivela ancora oggi molto interessante, offrendo allo spettatore molteplici chiave di lettura su un argomento che certo non si esaurisce nella mera questione della pratica pittorica o scultorea, ma anzi invita ad andare oltre la semplice lettura stilistica dell’opera.
I lavori in mostra sono firmati da dieci artisti molto diversi tra loro: diversi sono gli stili, le tecniche, i linguaggi, ma soprattutto differente è il rapporto tra ciascuno di loro e il mondo animale. Si parte dagli inconfondibili animali del gruppo della Cracking Art, ospite d’onore della nostra esposizione: sei artisti internazionali (Renzo Nucara, Carlo Rizzetti, Marzo Veronese, Alex Angi, Kicco, William Sweetlowe) che dal 1993 disseminano le loro coloratissime bestiole di plastica per il mondo (da Parigi a Milano, da Tel Aviv a Ostenda, da Venezia a Praga, da Hanoi a Miami), in una concettuale ma immediata e giocosa (e proprio per questo efficacissima) riflessione sul confine tra natura e artificio, con un occhio attento al tema ambientalista.
Riflettono sul limite tra realtà e finzione, tra la durezza inanimata del metallo e la vitalità del soggetto, anche gli straordinari animali di lamiera di Andrea Cereda; plasmate nel ferro, coperte di ruggine, tenute insieme da vistosi punti di sutura, queste strane bestie sfoggiano un fascino inatteso, occupando lo spazio con un’eleganza e una grazia che certo contraddice la materia che le compone. Il ferro è protagonista anche dell’opera di Anna Turina. Le sue creature visionarie, poetiche, fiabesche, rappresentano perfettamente l’indole di un’artista, geniale e poliedrica, che sa parlare agli adulti con l’incanto di un bambino. Dialogano con i conigli umanoidi di Anna gli altrettanto inquietanti animali tracciati con vigore sulla superficie dal giovanissimo Marco Pariani, classe 1986, artista emergente dalla personalità ben delineata, perfetto per rappresentare il volto più surreale del nostro bestiario. Evocative di mondi lontani e ritualità arcane, sono le maschere dalle suggestioni primitiviste di Federica Ferzoco. La garza in cui sono plasmate, la materia d’elezione di questa giovane artista milanese, crea una sorta di cortocircuito con la brutalità di quei musi dai tratti umanoidi, spostando questi strani oggetti in una dimensione indefinita, atemporale e spazialmente indecifrabile, emotivamente molto coinvolgente.
Strumento di definizione del sé, l’animale è di frequente usato dagli artisti come proprio alter-ego. È il caso, molto noto, delle creature che popolano l’universo di Gaetano Orazio: creature nelle quali l’artista si identifica, alle quali affida il proprio profondo sentire. La dolcezza discreta e la determinazione di un pettirosso, il doppio respiro di una salamandra, l’orgogliosa diversità di una pecora nera non sono altro che il lirico riflesso della personalità di un pittore-poeta, instancabile narratore dell’animo umano. E cos’altro è, se non la rappresentazione dell’animo umano, la straordinaria sequenza di animali disegnata sugli inconfondibili fondi materici da Armando Fettolini? Tra ricerca spirituale e indagine sociale, le bestie, tanto quelle cacciatrici che quelle cacciate (per citare il titolo di una sua serie di lavori), si fanno portavoce di un’esigenza etica, che sconfina spesso nel tema sacro, in una religiosità sincera e sentita. Un’aura sacra, nella loro maestosa bellezza, avvolge anche gli splendidi lupi di Nicola Magrin, che nel ritrarli fa appello all’indelebile ricordo di un branco incontrato nei gelidi paesaggi della British Columbia, in Canada. La consueta felicità di tocco, il senso compositivo sorvegliatissimo, e l’ormai nota abilità nel impiegare una tecnica complessa come quella dell’acquerello, si mettono al servizio di opere dove a regnare è il silenzio e nelle quali l’animale vive, in una perfetta simbiosi, nel proprio habitat naturale. L’animale come simbolo di equilibri (e squilibri) sociali rivive con tragica evidenza, nella serie di opere che Fabio Presti dedica alle meduse. Sono come meduse le migliaia di clandestini che vagano intorno alle nostre coste in cerca di accoglienza: animali urticanti da tenere sotto controllo e, magari, da catturare per osservarli in un piccolo secchiello e poi sotterrarli sotto la sabbia. Un’indagine sociale che prosegue, ma sul filo di una sottile e dissacrante ironia, nelle foto di Sara Giannatempo. Abilissima nel concertare ambienti e situazioni, Sara mette in posa le sue modelle in scenografie costruite fin nel dettaglio: piccoli mondi bloccati nell’istante dello scatto, racchiusi in immagini che mettono in scena l’universo femminile e i clichè che lo accompagnano. Ed ecco due luoghi comuni, due tristi banalità tanto diffuse nell’immaginario collettivo, sul rapporto tra donna e animale: da una parte la donna seduttrice, dall’altra il docile angelo del focolare; la bellezza tatuata e aggressiva di una modella che gioca con un rettile e la dolce Biancaneve, principessa disneyana per eccellenza, che canticchia adorabili motivetti con i suoi piccoli animali del bosco (di plastica).
Un piccolo bestiario contemporaneo. Dieci interpretazioni diverse, dieci stili diversi, dieci attitudini diverse che confermano quanto complesso, multiforme, ricco di spunti, di moniti e di insegnamenti sia il mondo animale.


Simona Bartolena

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