Arte in corso
COLORI: IL BIANCO
05/05/2012
_ BIANCO Il 27 luglio del 2012 avranno inizio a Londra le Olimpiadi. Un evento sportivo ma anche un’importante occasione per riflettere sul concetto di unità dei popoli, di abbraccio tra etnie e culture diverse. Un incontro simboleggiato dall’icona olimpica per eccellenza, i cinque cerchi. Sono proprio i loro colori ad aver suggerito l’idea per questa nostra nuova avventura. Colori è un progetto che coniuga un messaggio universale all’esperienza privata del singolo; un’indagine sulla percezione che ciascuno di noi ha dello spettro cromatico e sulla storia e i motivi dell’utilizzo di ciascun pigmento, ma anche un inno alla pacifica convivenza tra le diverse sfumature che compongono il nostro mondo. Il progetto prevede sei mostre monocromatiche (i colori dei cerchi con l’aggiunta del bianco), ciascuna caratterizzata dall’evidente prevalenza di un colore e dalle possibili variazioni sul tema da esso suggerite, e una mostra fotografica itinerante, anch’essa dedicata all’argomento. Accompagna il progetto anche una serie di conferenze, nelle quali il tema è indagato dal punto di vista storico, iconografico, simbolico, psicologico ed estetico, e una serie di eventi collaterali. Ci sono pochi colori espressivi come il bianco. A dispetto delle apparenze, il bianco è un colore profondo, straordinariamente variabile. Per questo il nostro progetto nasce da qui: dal bianco. Un bianco che sa rigenerarsi e vestire nuovi abiti a seconda dell’artista che se ne fa interprete. Colore frequentatissimo dagli artisti protagonisti della scena italiana degli anni Sessanta, il bianco abita meglio di qualsiasi altro colore le tele estroflesse di Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Turi Simeti, tre maestri indiscussi dell’arte europea degli ultimi cinquant’anni. È il bianco a dare voce alle opere degli artisti studiosi della percezione, quali Gianni Colombo, Dadamaino, Sandro de Alexandris, Irma Blank, Andrea Christen, nelle quali esso, attore principale, ricorda tutto il proprio potere seduttivo, impegnato in un dialogo con la luce, la forma e il segno che coinvolge i sensi e sollecita la mente. Intellettuale e raffinatissimo è anche il bianco di Pier Paolo Calzolari, qui presente con una carta di singolare bellezza. Ben si sposa anche alla materia, questo colore dalle molteplici virtù; lo dimostrano le opere di scultori di generazione e identità diverse: le forme assolute e rigorose di Herbert Distel, quelle in costante stato di tensione eppure dal respiro sorprendentemente classico di Paolo Schiavocampo, quelle eleganti e monumentali, scolpite nella materia viva del legno, di Giancarlo Bulli, quelle architettoniche e geometricamente pure di Nadia Galbiati (presente in mostra anche con una serie di linoleografie su carta dal segno sicuro), quelle, al contrario, morbide, seducenti e sinuose della Perla di Bruno Lucchi, le cui rotondità suggeriscono atmosfere intime e avvolgenti, e, infine, quelle profondamente umane di Dolores Previtali, che nel bianco ha trovato, e ha saputo trasmettere, la pace, la luce e la gioia. C’è il corpo anche nell’opera della giovanissima Valeria Codara, che del bianco si è occupata in una suggestiva e coinvolgente performance, nella quale le ingessature assumono una funzione liberatoria e taumaturgica, ricordandoci che il bianco può essere anche colore funebre, legato alla sofferenza, al dolore. E c’è il corpo nelle croci di vetro di Marianna Gasperini che, ben lungi dal voler sollevare provocazioni sul tema religioso, intendono piuttosto ricordarci la sacralità del corpo e la violenza che troppo spesso esso subisce. Violenta e potentemente espressiva è anche la figura in lamiera di Francesco di Luca, inquietante presenza che esce dall’immaginario comune di questo colore, suggerendoci una lettura del bianco ben diversa dal consueto. È bianco materico, ma di materia pittorica, il bianco di Armando Fettolini, vera e propria cifra stilistica dei suoi atmosferici ed emozionali paesaggi, e quello di Fabio Presti, sfondo ideale per le sue figure perdute in un istante di esistenza. Prevale la ragione, non come freddo distacco dal sentimento ma piuttosto come rigore ideale, nelle forme sinuose ma scandite dell’opera di Mario Bacchiocchi, nei simmetrici, elegantissimi, diari segreti del giovanissimo Cesare Galluzzo, nelle strutture percettive di Federico Casati, che coniugano il racconto della materia con una logica compositiva dalle geometrie pure. Opere severe, in dialogo con la raffinata leggerezza dei fogli poetici e sospesi di Lino Gerosa e con i segni lievi eppure sicuri e intensi di Valentina Persico. Ma il bianco – come colore e come luce – è anche profondamente legato alla fotografia e alla sua storia. Rappresentano il bianco espresso, con esiti profondamente diversi, attraverso il mezzo fotografico: Luigi Erba, importante protagonista della fotografia sperimentale in Italia, presente in mostra con i suoi straordinari paesaggi costruiti (e de-costruiti) nella luce, Enrico Giudicianni, che propone invece un’opera profondamente evocativa, omaggio all’arte cinetico-programmata, Piera Biffi, che gioca con il corpo in immagini che citano Canova e le sue figure di ideale ma umanissima bellezza. A chiudere questa esperienza un’opera che esprime il bianco con un suono, la straordinaria Bianco-Centripeto-Elettroacustico di Ernesto Longobardi, artista da sempre impegnato nella realizzazione di opere polisensoriali, che coinvolgono la vista, ma anche il tatto e l’udito. _ VIMERCATE _ HEART – SPAZIO VIVO _ 5 / 27 MAGGIO 2012 _
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